Vi racconto una cosa: io da piccola ero una bambina che non buttava via niente, accumulavo Barbie, peluche, carte, cartine, gomme e non buttavo via niente.
La quantità di penne e di pennarelli immancabilmente scarichi e custoditi gelosamente nei miei astucci la so solo io, e ovviamente ogni volta che dovevo scrivere trovavo solo quelli, ma non divaghiamo che il nocciolo della questione è un altro. Non ero un’accumulatrice seriale sia chiaro, solo che mi dispiaceva disfarmi di un oggetto solo perché il suo compito l’aveva svolto.
Mi sono sempre chiesta se lo stesso trattamento fosse riservato a me a una certa età: Come mi sarei sentita? Abbandonata e tradita.
Capite bene che, quindi, non sono forse la persona più adatta a capire perché la signora Pina dopo 8 anni decide di dare via il coniglio o perché il signor Pancopalla dopo la nascita della figlia vuole disfarsi dei suoi due conigli. Sono una persona piuttosto pacata e raramente mando a quel paese le persone, ma ultimamente faccio fatica a non rispondere a tono e a trattenermi.
Partiamo dal presupposto che adottare un animale è un impegno per la vita che va valutato, ponderato e pensato. Quindi, stabilito questo: come diavolo fate a disfarvi di un membro della famiglia? Quindi, quando la nonna non sarà più autosufficiente avrà già il suo posto prenotato all’ospizio? Vi siete già portati avanti adesso? Sia mai che non ci sia posto e dobbiate occuparvene voi.
Vostro figlio se vi distrugge casa lo lasciate fuori da un cancello con un cartello al collo che cita “a malincuore devo trovargli una sistemazione migliore”? Ma suvvia non diciamo baggianate.
Siete degli stronzi, si, lo dico, lo ribadisco e lo sottolineo pure!
Dite quello che volete, inventatevi le scuse più fantasiose, raccontatemi che siete rimasti senza lavoro e senza una casa e siete soli al mondo con solo una tenda come giaciglio. Fate quello che volete ma non vi compatirò. Perché voi volete essere compatiti e compresi, volete che gli altri pensino “che brava persona, vuole bene al proprio animale come dice ma non può tenerlo”. Invece non meritate proprio un bel niente.
Perché voi state ABBANDONANDO una vita che è sotto la vostra responsabilità. Quell’animale che voi stessi volontariamente, con la vostra testa avete deciso di prendere. E sono enormemente stufa che per di più vi risentiate quando vi facciamo presente che quello che state facendo non è una bella cosa. Ci sentiamo dire che causa lavoro non riuscite a gestire un coniglio e che vi dispiace che passi tanto tempo da solo.
Piccola precisazione, quasi tutti lavoriamo.
Io stessa parto la mattina alle 8 e spesso e volentieri prima delle 20 non rientro, incredibilmente ho 4 conigli. Pazzesco come una persona possa riuscire a organizzarsi (e senza un aiuto nelle pulizie o altro, sia chiaro). E no, non sentono la mia mancanza, si fanno bellamente gli affari loro, scagazzano in giro e rosicchiano il tavolino, non li trovo patiti e depressi perché non sto con loro H 24, anzi…
Per questo ho due coppie, perché capisco che per un singolo soggetto passare tanto tempo da solo possa risultare noioso e alienante. Quindi questa storia del poco tempo mi da veramente fastidio. Non lo dico perché mi sento un supereroe o una persona migliore di altri, semplicemente faccio quello che ogni BUON adottante dovrebbe fare.
Non mi aspetto applausi, fischi di approvazione o la ola. No, sto semplicemente facendo quello che è GIUSTO che venga fatto. Ci viene detto che la coniglia è aggressiva e poi scopri che non è sterilizzata e vive in gabbia. Ma guarda un po’… se ci pensate è incedibile che si comporti così, sfido chiunque a essere affabile e gentile vivendo su un foglio A3 in un corpo costantemente bombardato da ormoni
Si usa la scusa del “sono via spesso per lavoro” e non riesco a gestirli. Io ho due amiche che spesso e volentieri sono in viaggio, una delle due anche per svariati mesi, ma nessuna delle due ha mai pensato di trovare una sistemazione alternativa alla propria coppia. Si, avete letto bene, coppia. Queste due matte hanno perfino adottato un altro coniglio per fare compagnia al primo, incredibile vero? E quando vanno via hanno li hanno affidati alla zia, alla pet sitter di fiducia, all’amica. Quindi, ho chiesto proprio alle dirette interessate di raccontarmi un po’ i loro escamotage per far convivere il lavoro con i loro conigli.
Partiamo con Marica (con la C, mi raccomando!), con la valigia praticamente sempre sotto braccio che mi dice:
“I conigli non sono animali per tutti, e questo è un dato di fatto, vanno seguiti con una certa delicatezza ed un certo tatto, non che gli altri animali non vadano seguiti in egual modo ma … il coniglio essendo spesso schivo ha bisogno di un pizzico di sensibilità in più.
Mi è stato chiesto come sia possibile che viaggiando così tanto per lavoro io abbia ancora i miei conigli con me, ed ecco la mia risposta: partendo da presupposto che una volta preso e deciso di inserire un animale nelle nostre vite questo/i sono parte integrante delle nostre famiglie, anche se le vite cambiano nulla ci vieta di modificare e mettere a punto piccole abitudini/routine … negli anni ho sentito molte scuse sul perché non fosse più possibile prendersi cura del proprio animale domestico, io posso dirvi di aver affrontato una grossa perdita famigliare, un trasloco ed ora di avere un lavoro che mi fa stare in giro per il mondo spesso e volentieri ma i miei conigli sono sempre il mio punto di riferimento, la mia famiglia, la terraferma.
Come mi comporto durante i viaggi?! Ci sono molte opzioni plausibili:
1. Viaggio breve max due notti, si può chiedere aiuto ad un parente o ad un vicino, che dovrà presentarsi due volte al giorno per controllare lo stato di salute e rabboccare verdura e fieno … preparando prima della partenza una piccola lista di info e numeri utili (info sul carattere e le abitudini del nostro coniglio, e numeri di veterinario o clinica H24)
2. Viaggio lungo, Pensione per conigli, ce ne sono molte! Consiglio sempre di effettuare un sopralluogo per capire effettivamente dove andranno a stare i vostri conigli, ma vi assicuro che ci sono realtà che terranno i vostri piccoli se possibile anche meglio di voi ”
E dato che a noi piace leggere, vediamo un po’ come Rossella ha risolto la questione lapini mentre viaggia tra le nuvole:
“Sono “Mamma” di due bellissimi coniglietti testa di leone: Billo (5 anni) e Lilly (2 e mezzo), che io chiamo amorevolmente “i miei Puzzini”. Billo è stato il primo ad arrivare (un regalo da parte di mia mamma) e per 3 anni è sempre rimasto da solo. Con il passare del tempo ho notato che, nonostante le mie attenzioni, Billo era diventato sempre più apatico, depresso e rimaneva a dormire nella sua gabbia (rigorosamente aperta!). Così, 2 anni fa ho deciso di adottare Lilly: non vi dico che cambiamenti! Ora sono inseparabili, saltano per casa come grilli e dove corre lei, Billo la insegue subito. Da uno a due conigli in casa non cambia nulla! Anzi… loro vivono meglio! Io sono un Ufficiale dell’Aeronautica Militare Italiana: il mio lavoro mi tiene fuori casa per buona parte della giornata (anche più di 12 ore) e mi capita di essere via in missione per settimane. Può sembrare impossibile gestire 2 coniglietti con un impiego del genere ma vi assicuro che ci sono tante soluzioni disponibili.
Se devo viaggiare per brevi periodi (fino a 3-4 settimane) faccio affidamento alla mia pensione di fiducia: Patty è sempre disponibile ad accoglierli (anche quando le do pochissimo preavviso causa lavoro) e mi manda sempre le foto delle loro marachelle. È possibile trovare tramite social o siti di associazioni tantissime pensioni ma bisogna assicurarsi che siano persone esperte nella gestione di animali esotici.
Quando invece sono fuori casa per lunghi periodi, lascio i miei coniglietti a mia mamma che li vizia come fossero i suoi nipotini. Ormai possiede il suo set di lettiere, ciotole e giochi, conosce il numero del loro veterinario ed ha imparato benissimo a gestirli in mia assenza.
Detto ciò, il lavoro non è una scusa per dare in adozione i propri pelosetti perché le soluzioni si trovano sempre se c’è interesse ed amore nei loro confronti.”
Non è poi così irrealizzabile dopotutto no?
Forse basta solo volerlo.
Alla fine #bastapoco, o forse #bastavolerlo.